A causa delle tensioni geopolitiche, iniziate col conflitto tra Russia e Ucraina, nel 2022 abbiamo assistito a un’impennata senza freni dei prezzi di gas, petrolio e materie prime, comprese quelle agricole. Il risultato è stata una dinamica inflattiva che, in Italia, non si vedeva dal 1985. Il carrello della spesa, così, si è fatto sempre più pesante, e tra gli scaffali della Gdo gli italiani sono costretti a tagliare gli acquisti.

Secondo i dati Istat sul commercio al dettaglio, a novembre 2022 si è registrato un crollo del 6,3 % a valore degli acquisti alimentari e del 3,6% a volume; tutto ciò si traduce in una perdita potenziale di 27,1 miliardi di euro. Anche il vino ne ha risentito: sono cresciuti i prezzi medi e sono diminuiti in maniera consistente i volumi nella grande distribuzione (dati Iri sulle vendite enoiche in iper, supermercati e libero servizio pubblico nel 2022, analizzati da WineNews).

Le vendite di vino in gd hanno generato un giro d’affari di 2,86 miliardi di euro (-4,6% rispetto al 2021), di cui 2,2 miliardi di euro solo di vini fermi, con un calo del -1,8% sul 2021, mentre gli spumanti hanno performato meglio, perdendo solo lo 0,2%, e chiudendo con un giro d’affari di 653 milioni di euro. In termini di prezzo medio, i vini fermi sono cresciuti del 4%, gli spumanti del 4,8%.

A volume le vendite hanno superato i 755 milioni di litri, con il vino fermo a 657,3 milioni di litri, ossia il 5,6% in meno dell’anno precedente; il calo peggiore è stato registrato dal Prosecco (-9,8%), capace però di mettere a segno una crescita del prezzo medio del 9%, pari a 7,19 euro al litro.

Fonte: Wine News